LIBRI CAVALLERESCHI
Parte seconda
«Pendant deux siècles, les Français ont eu la tête épique», scrivono, nella prefazione del libro Les Quatre Fils Aymon, Micheline de Cambarieu du Grès e Jean Subrenat.
Forse il medesimo dono è toccato a noi siciliani (anche grazie al teatro dell’opera dei pupi e ai libri di Lodico e Leggio).
Quei tempi epici ed eroici sono ormai trascorsi ma non mancano, ancora oggi - in pieno periodo di supertecnologia - , dei veri appassionati di libri di epica, di amor cortese e cavallereschi (sia antichi che recenti).
Sono uno di questi fortunati.
Da questo aggiornamento inizia una originale e interessante rubrica sui libri cavallereschi che ho acquistato - altri avuti in prestito -, in tutti questi anni, avec ma tête épique.
Nel suo libro Piccola storia dei burattini e delle maschere, (SEI, Torino, 1966) Dora Eusebietti scrive splendidamente (pag. 185):
Catania e Palermo: il regno d’Orlando e l’ultimo rifugio della cavalleria.
Ed è proprio un catanese, appassionato dell’opera dei pupi e dei libri cavallereschi, ad essere l’ideatore e autore di questa rubrica.
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5] Life with Lancelot
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Life with Lancelot è
un romanzo di John Thomas Phillifent (1) pubblicato nel 1975.
Un pianeta distante 20.000 anni dalla Terra
è diviso in tre continenti, ognuno dei quali è abitato da una civiltà diversa. Una di queste civiltà, Avalon, è fondata sulla leggenda di Re Artù.
Sì, avete letto bene, non è un errore ma un romanzo di fantascienza! Ho intitolato la rubrica “Libri cavallereschi” e non “Poemi cavallereschi” proprio per questo motivo, per poter inserire romanzi e racconti moderni legati alla cavalleria, che ripropongono i diversi cicli cavallereschi (ciclo carolingio, ciclo bretone, etc.) in chiave moderna. Questo di Phillifent è uno dei migliori.
Dalla Terra la polizia galattica
invia in missione sul pianeta un suo agente dal nome estremamente impegnativo: Lancelot Lake, ossia Lancellotto del Lago, con il grado di Primo Agente Galattico.
Prima di partire Lancelot riceve l’attrezzatura necessaria. Non armi laser, pistole ad impulsi, ma solo lancia, spada e una pesante armatura.
Lancelot combatte vittoriosamente contro un primo cavaliere. Poi ne affronta altri in un torneo, risultando sempre vincitore. Non manca lo scontro con un terribile drago (una enorme macchina).
Nella seconda missione, sempre sullo stesso pianeta ma su un altro continente, Lancelot impersona Apollo. Poi ha una terza missione e cambia ancora personaggio.
In effetti, come si apprende fin dalle prime pagine del libro, il vero Lancelot è morto diversi anni prima, precipitando con una capsula di salvataggio su un pianeta. Questo nuovo Lancelot Lake è una ricostruzione
degli shogleet, una razza evolutissima …
Nota:
1) Life with Lancelot (1973) è un romanzo ampliato dal racconto The Stainless-Steel Knight del 1961 scritto con lo pseudonimo di
John Rackham. Pubblicato in Italia, con il titolo “Primo Agente Galattico”, da Mondadori, collana Urania, n. 661 del 5 gennaio 1975.
Traduzione di M. Benedetta De Castiglione.
2) John Thomas Phillifent, scrittore inglese (1916 – 1976).
6] Book of the Duchess
Book of the Duchess (Il libro della Duchessa) di Geoffrey Chaucer (1), scritto tra il 1369 e il 1372, è il racconto del sogno di un Poeta.
Durante la lettura di un libro, il Poeta si addormenta e sogna di trovarsi in una camera coperta di dipinti: i vetri delle finestre con le storie di Troia (Ettore e Priamo, Achille e Laomedonte, di Paride ed Elena), i muri con le scene del Romanzo della Rosa. Il Poeta sente i rumori della caccia, il soffiare del corno, i latrati dei cani e si unisce ai cacciatori. Uno dei cani rimane solo ed egli lo segue fino ad una foresta.
Là incontra un cavaliere vestito di nero che con voce addolorata recita delle rime. I versi sono così lamentosi che il Poeta si chiede quale possa essere stata la causa scatenante di tanto dolore.
Il Poeta si scusa di aver ascoltato le parole del cavaliere e lo invita a raccontargli il suo dolore: in questa maniera, e con l'aiuto di Dio, potrà cercare di alleviarlo.
Il cavaliere nero lo ringrazia e gli spiega che mai nessun uomo può alleviare quel dolore, nessun medico può guarirlo, né Ippocrate né Galeno. La vita e i piaceri gli sono diventati disgustosi.
La Morte stessa gli è nemica: desidera di morire ma la Morte gli è contraria. La rincorre ma lei sfugge.
Tutto è accaduto, spiega, per colpa della Fortuna durante una partita a scacchi che hanno giocato insieme.
La Fortuna è falsa, afferma il cavaliere, traditrice, promette tutto e non restituisce niente. Senza fede e senza legge. Gira la sua ruota falsa ora ad un lato ora all'altro.
La Fortuna ha giocato a scacchi con il cavaliere nero e con le sue mosse false gli ha catturato la Regina. Poi con un pedone gli ha dato scacco matto al centro della scacchiera.
A nulla sono valse le attenzioni del cavaliere nero verso la Regina, il suo tentativo di proteggerla. Egli ha giocato a scacchi al meglio delle proprie possibilità. Ma a che fine? Forse avrebbe dovuto giocare la stessa mossa della Fortuna?
Il Poeta non capisce l'allegoria degli scacchi. Teme che il cavaliere tenti il suicidio e si lancia in una lunga citazione di casi famosi (Socrate, Didone, Eco, etc). No, il poeta non capisce tutto il dolore del cavaliere e il suo costante pensiero alla morte: come può averli causati la semplice perdita della Regina al gioco degli scacchi?
Alla fine del racconto del cavaliere nero è chiaro anche per il Poeta che la Regina degli scacchi era la Dama del cavaliere e che essa è morta.
Note:
1) Geoffrey Chaucer (Londra, ca. 1343 - Londra, 1400), scrittore e poeta. E' considerato il padre della letteratura inglese. Scrisse The Book of Duchess, The House of Fame, The Parliament of Fowls, Troilus and Criseyde, The Legend of Good Women, The Canterbury Tales.
16/10/2016
| Carmelo Coco |
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I disegni, di proprietà di Carmelo Coco, sono stati realizzati da Noir, l'artista catanese Danilo La Torre.
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